
Trattamento riabilitativo precoce nelle fratture prossimali di omero: comparazione dei risultati in rapporto alle diverse tecniche ortopediche applicate
G. Fanzone*, **T. Di Leo
*UO Ortopedia e traumatologia – Ospedale Umberto I Enna
**UO Medicina Fisica e Riabilitativa – Ospedale Umberto I Enna
INTRODUZIONE
Le fratture dell’omero sono molto frequenti in persone anziane. Sono spesso stabili e trattabili incruentemente, in una bassa percentuale vengono trattate chirurgicamente; le tecniche utilizzate si differenziano nell’approccio, stabilità finale ed esito articolare. Nel mondo ortopedico c’è controversia sul trattamento migliore. Questo lavoro nato dalla collaborazione tra il reparto di Ortopedia e quello di Riabilitazione dello stesso Ospedale, vuole comprendere se i diversi approcci ortopedici ed il trattamento riabilitativo possano influire sugli outcome
SCOPO
Lo scopo dello studio è confrontare i risultati in termini di dolore, funzionalità articolare e qualità della vita dei pazienti in base al trattamento cui sono stati sottoposti.
Materiali e Metodi
Sono stati inseriti in studio 45 pazienti trattati nel corso del 2018 e 2019, così suddivisi
13 pazienti trattati con protesi inversa di spalla
12 pazienti trattati con placca e viti a stabilità (tecnica MIS)
20 pazienti trattati con metodo non invasivo (immobilizzazione per 10 giorni), di questi 5 sono stati seguiti altrove e 15 nel nostro reparto
Il trattamento riabilitativo è stato iniziato precocemente. Nei pazienti trattati chirurgicamente è iniziato fin dal primo giorno post operatorio.
Il protocollo riabilitativo applicato nei casi chirurgici consiste in esercizi passivi in prima giornata mano-polso-gomito-spalla; esercizi attivi assistiti dalla seconda giornata in poi introducendo via via esercizi di rinforzo muscolare e di coordinazione.
Nei casi trattati con metodo non invasivo è stata iniziata sin da subito la mobilizzazione passiva e attiva assistita di mano, polso e gomito ed in 10° giorno è stata iniziata mobilizzazione passiva ed attiva della spalla, seguita dopo qualche giorno da esercizi di rinforzo muscolare e di coordinazione. E’ stato usato come valutazione funzionale il test DASH (versione italiana) e la scala VAS per la valutazione del dolore al tempo 0 (pre trattamento o in prima giornata post operatoria e ripetuti a 3 e 12 mesi. Ad un mese, a tre mesi e ad un anno è stato anche effettuato un controllo RX grafico
RISULTATI
Alla fine dello studio i risultati osservati sono stati i seguenti: dolore inferiore nei pazienti trattati con protesi, già nel post operatorio. Nella valutazione funzionale dopo tre mesi ottengono punteggi migliori tutti i pazienti trattati chirurgicamente (sia placche che protesi), mentre nella valutazione funzionale a 12 mesi si evidenzia una sostanziale uniformità dei risultati tra i tre gruppi.
CONCLUSIONI
In letteratura internazionale viene segnalato un miglior risultato funzionale nei pazienti chirurgici. Un protocollo riabilitativo “precoce e aggressivo” consente di raggiungere ottimi risultati, in linea con quelli del trattamento chirurgico anche nei casi trattati in maniera non invasiva. Pur essendo necessari ulteriori approfondimenti sull’argomento ed un ampliamento della casistica confermiamo, dati i buoni risultati, il nostro protocollo di trattamento riabilitativo precoce sia nei casi trattati chirurgicamente che nei casi trattati con metodo non invasivo.
Per saperne di più
1) Hodgson Steve A. Proximal humerus fracture rehabilitation. Available from Sheffield Hallam University Research Archive (SHURA) at: http://shura.shu.ac.uk/20723/
2) Inglese, F., Creta, D. & Biondi, M.. LO SCAL 23, 70–75 (2009). Fratture dell’estremo prossimale dell’omero e protesi di spalla: trattamento riabilitativo
3) Reza Mafi, Wasim Khan, Pouya Mafi, Sandip Hindocha. Orthopaedic Approaches to Proximal Humeral Fractures Following Trauma J Bone Joint Surg Br. 2011 Jan;93(1):1-11. doi: 10.1302/0301-620X.93B1.25702.
DI LEO MARIA TIZIANA, fanzone giuseppe M3 L’ORGANIZZAZIONE